Ha attraversato secoli di storia, si è lasciata “contaminare” dalle mode del momento e dalla voglia dei gastronomi di sperimentare qualcosa di nuovo. È “irresistibile” in ogni stagione dell’anno. La rosticceria siciliana non ha tanto bisogno di presentazioni perché amata da tutti i viaggiatori del mondo. Indissolubilmente legata allo Street Food siciliano, sa unire tradizione e gusto in ogni pezzo che va mangiato rigorosamente con le mani. Niente coltelli, forchette o cucchiai ma solo le dita delle mani: per mangiare ed assaporare certi cibi, in Sicilia, bastano solo quelle.
La rosticceria di Cefalù
Se venite a Cefalù non perdetevi le sue arancine (qui sono “femmine”), gli sfincioni, il pane cunzatu (cioè condito). Sono una vera prelibatezza come ci conferma Chiara De Gaetani che ogni giorno sforna tante prelibatezze nella rosticceria di famiglia realizzata, a Cefalù, nel 1970. Le ricette qui si tramandano da ben tre generazioni e sono sempre le stesse! Ne sono un esempio le arancine, scrigni di riso dorati e fritti la cui forma e profumo attira ogni giorno tanti buongustai.
Arancine, bontà da gustare in ogni stagione
«La ricetta delle arancine è quella che utilizzava la mia nonna paterna – ci racconta Chiara -. Utilizziamo un riso speciale che fa sì che ogni chicco resti a sé e non si appiccichi agli altri. Non aggiungiamo zafferano e questo perché anticamente c’era solo quello industriale e mia nonna, che voleva realizzare prodotti genuini, non aveva alcuna intenzione di aggiungere qualcosa di artificioso. All’interno un cuore di ragù preparato con una lenta cottura delle carni di manzo delle Madonie, mentre all’esterno copriamo il tutto con il pan grattugiato e non con la classica lega di pane e acqua». Il risultato è strepitoso. Lo è altrettanto quello delle arancine al burro dove si usa solo mozzarella artigianale e prosciutto tagliato a fettine sottili.
Lo sfincione, la morbida tradizione siciliana
Altro “pezzo” sfizioso da provare è lo sfincione, simile alle pizze in teglia ma ancor più morbido, da sciogliersi in bocca. Ideale per uno spuntino, per un pranzo veloce o perché no anche per una colazione salata. E poi il pane cunzatu che nella sua estrema semplicità è un viaggio a ritroso nel tempo, nella cultura alimentare dei contadini del passato: due pezzi di pane soffice racchiudono fette di pecorino siciliano, acciughe ed olio extravergine d’oliva. Tutti ingredienti delle vicine Madonie.
Un viaggio di gusto
Tra le prelibatezze di casa De Gaetani, accanto alla rosticceria, vi è la tipica pasta palermitana: gli Anelletti al forno, piatto dal sapore intenso che mostra con orgoglio tracce di quelle culture che si sono avvicendate nell’Isola. Esempio di cucina casereccia che conquista le papille gustative anche dei più schizzinosi che in ogni morso possono scoprire la vera anima del popolo siciliano. Se tutto questo lo leghiamo al clima di accoglienza che qui si respira, capirete perché Cefalù è una tappa gourmet da non perdere.