Cefalù è cultura

Duomo di Cefalù

La maestosa Cattedrale arabo-normanna, il Ritratto d’ignoto di Antonello da Messina custodito nelle belle sale del Museo Mandralisca, la storia che trasuda dai resti archeologici della Rocca e poi le chiese e i palazzi che parlano del suo passato medievale… Cefalù è nota in tutto il mondo per le sue bellezze artistiche e, anche grazie a esse, è uno dei borghi più visitati in Sicilia.

Solo apparentemente piccola e raccolta, questa cittadina sulla costa settentrionale dell’isola, custodisce un’infinità di tesori artistici, storici e culturali che rivelano le tante tracce di tutte le culture che vi si sono insediate nei secoli.

Festival e concerti

Cefalù è una delle mete più ambite per i festival che fanno tappa in Sicilia. In autunno, mostra i suoi itinerari più affascinanti per l’evento “Le vie dei Tesori”, la cattedrale è teatro di concerti e le strade sono animate dal Festival delle filosofie o dagli eventi gastronomici come quello che celebra il pesce capone, una delle prelibatezze locali che diventa pretesto per fare cultura del cibo. Alla fine dell’estate tocca al Festival del cinema, nella splendida cornice della Vecchia Marina.

Il cinema davanti al mare

Uno dei film più belli e acclamati del secolo scorso è stato girato proprio qui, a Cefalù: è Nuovo Cinema Paradiso, la pellicola di Giuseppe Tornatore, che vinse l’Oscar nel 1990. Cefalù è stata il set di molte scene, come quelle delle proiezioni del cinema all’aperto, al Molo Vecchio e a Porta Marina. Altre scene sono state girate dentro al Teatro comunale Salvatore Cicero, un tipico teatro ottocentesco all’Italiana, a forma di ferro di cavallo. Fu il quartier generale delle truppe tedesche durante la Seconda guerra mondiale ma è più famoso appunto come set cinematografico del film di Tornatore. La cittadina ha poi ospitato le riprese anche di altri celebri film come A ciascuno il suo (E. Petri, 1967), Il regista di matrimoni (M. Bellocchio, 2005), Tutti i santi giorni (P. Virzì, 2012), Indiana Jones 5 (J. Mangold, 2023), I leoni di Sicilia (serie di P. Genovese, 2023).

Una passeggiata per il centro

Passeggiando per Cefalù le opere d’arte che trasudano cultura non si contano e sono tutte concentrate in poche centinaia di metri quadrati: si parte dal Duomo, Basilica cattedrale della trasfigurazione, fondata nel 1131 dal re normanno Ruggero II. Unico e spettacolare il mosaico del Cristo Pantocratore e gli altri dell’abside, di arte bizantina. E poi le imponenti torri e il chiostro capitolare, il più antico in Sicilia, con colonnine doppie a capitello binato. Dal 2015 è Patrimonio UNESCO nel sito “Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale.

Poco distante, sono da vedere: la Strada romana, interessante testimonianza archeologica di selciato lungo 6 metri della città ellenistico-romana (I sec. a.C.), l’Osterio Magno, palazzo fortificato del XII sec., appartenuto ai nobili Ventimiglia e, forse, porzione della cosiddetta Domus Regia di re Ruggero il Normanno (contiene evidenze archeologiche del II-I sec. a.C.), le edicole votive, piccole strutture architettoniche, espressione della devozione popolare che vengono allestite soprattutto in occasione della Festa del SS. Salvatore (notevoli quelle di Via Botta e Via Spinuzza), il lavatoio medievale,unastruttura forse di epoca arabo-normanna, ristrutturata nel XVI sec. (presenta 22 bocche di ghisa da cui sgorgano le gelide acque del piccolo fiume Cefalino che scorrono tra le pietre di calcare “a lumachella”). E poi Porta Pescara con il suo splendido arco gotico, unica superstite delle quattro porte di epoca medievale, in continuità con quelle d’età antica, il bastione di Capo Marchiafava, possente baluardo difensivo seicentesco dal quale si gode un panorama mozzafiato (ospita un museo digitale con i visori per la realtà aumentata che consentono un’esperienza immersiva tra i beni monumentali del sito UNESCO “Palermo Arabo-Normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”).

Il silenzio dei cortili

A Cefalù si respira cultura e bellezza a ogni passo: basta anche solo passeggiare per il centro storico percorrendo le stradine che collegano la base della Rocca con il lungomare, e alzare lo sguardo sui cortili, i vicoli stretti sui quali si affacciano i portoni delle abitazioni, a volte semplici e austeri, altre decorati con piante e fiori. Tutto qui racconta una storia antica. Cortile Battipanni e Cortile Gonzaga sono solo due degli esempi di scorci affascinanti da cercare e scoprire nel dedalo di viuzze storiche.

Il museo Mandralisca

Si trova nel palazzo dell’intellettuale, patriota e benefattore Enrico Pirajno di Mandralisca da cui l’odierno Museo Mandralisca prende il nome. È un museo multidisciplinare e per tutti i gusti: puoi scegliere di perderti nelle sale della collezione archeologica (non perdere il famoso Cratere del venditore di tonno, un vaso a colonnette e figure rosse del 480 a.C. circa). Oppure, alla scoperta del ricco monetario, di una raccolta malacologica (molluschi) tra le più ricche d’Europa, o tra mobili e suppellettili di pregio della famiglia Mandralisca. E naturalmente nella celebre pinacoteca: qui c’è il pezzo forte, Ritratto di ignoto marinaio di Antonello da Messina, il secondo sorriso più famoso al mondo, dopo quello della Gioconda.